martedì, maggio 15, 2012

La metafora della guida alpina


         Riprendo ora la discussione che si stava sviluppando qui, per elaborare l’interessante metafora proposta da Massimiliano Trevisan, che pensa al divulgatore come ad una guida alpina, che porta sulla montagna un gruppo di persone eterogeneo, e deve quindi mediare le esigenze dell’alpinista esperto con quelle del principiante, in modo che tutti possano godersi la giornata in montagna.




        Questo approccio è quello che oggi viene usato nell’aula universitaria: ci sono x studenti e bisogna tarare le lezioni affinché il 90% di loro arrivi a fine corso conoscendo quel minimo che è richiesto per proseguire gli studi. Quando questo concetto viene rivelato a studenti un po’ più brillanti della media, questi si stupiscono dicendo “Ah, ora capisco perché le lezioni erano così noiose”. L’approccio alternativo, sempre in aula, è quello di tarare le lezioni sul primo 30% degli studenti. Questi non si lamenteranno più delle lezioni noiose e raggiungeranno una preparazione superiore, ma ovviamente il restante 70% si perderà ed avrà difficoltà a proseguire gli studi.
        Non sono però sicuro che il divulgatore debba sottostare agli stessi schemi che deve seguire il docente, per il semplice fatto che possono esserci più divulgatori che comunichino a livelli diversi. Capisco che, in un’ottica più giornalistica, questo potrebbe tramutarsi in “minori ascolti”, potendo quindi non essere compatibile con l’aspetto commerciale dei media. Ma, rispetto ai media, le strutture che già si occupano di didattica, come le università, potrebbero essere meno vincolate all'aspetto commerciale e progettare una rete di divulgazione scientifica “multistrato”. 
            Mi sembra che l’informazione, soprattutto in rete,  si stia trasformando sempre più da “generalista” a “tematica”, e che quindi, visti i minori costi editoriali, l’uso di canali tematici con diversi target potrebbe offrire una soluzione al nostro alpinista, libero di non dover più mediare le esigenze dei sui variegati clienti.

1 commento:

  1. Massimiliano Trevisan16 maggio, 2012 18:18

    Wow, addirittura un post intero!

    Beh per il professore a lezione è più facile perchè la comitiva è sempre quella. E' un po come l'escursione fissa mensile che la guida fa con il gruppo del CRAL-dopolavoro; li conosce è può decidere prima cosa fare.

    Più difficile è quando parte con un gruppo che non conosce. Allora deve avere la sensibilità giusta, stare attento a tutti i segnali, verificare continuamente lo stato dei partecipanti in modo da capire se può fare quel valico lassù o se è meglio rinunciare.
    In questo senso la mia metafora si riferisce esclusivamente a contesti di divulgazione, didattica o comunicazione della scienza in cui c'è una relazione diretta, un contatto con il pubblico e vale sicuramente meno per il giornalismo, sia su carta o web o tv o radio.

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