Così a prima
vista sembrerebbe ricadere nella categoria notiotainment: Interventi brevi, non
connessi fra di loro, trasmissione di nozioni o curiosità, ampio pubblico. Ora,
non è necessariamente una cosa negativa fare notiotainment, anzi, rielaborando
concetti espressi a Perugia dallo stesso Frank Burnet (uno dei fondatori di
Famelab), Famelab vorrebbe essere la punta di un iceberg, che attiri una parte
di pubblico normalmente un po’ restia a seguire programmi di divulgazione
scientifica più tradizionali, verso approfondimenti da presentare poi in sede
diversa.
Ad una più
profonda riflessione però famelab si rivela essere un po’ più sofisticato del
semplice notiotainment. In primis ovviamente l’argomento presentato in 3 minuti
dai concorrenti può anche non essere il semplice “lo sapevate che…?”, ma
potrebbe essere usato anche in una veste educational.
E poi Famelab compie
il grande passo di personalizzare la scienza. Quello che oggi manca in Italia,
a mio modesto avviso, è il ruolo di esempio che gli scienziati dovrebbero dare.
Se un giovane decide di giocare a calcio per emulare Totti, o di diventare un
imprenditore per emulare Steve Jobs, qui da noi diventa difficile sentire dire
ad un giovane: “Farò lo scienzato per diventare come….”. Come chi? Tolti i
nostri sparuti premi Nobel che, pur con tutto il rispetto, appartengono ormai
ad una generazione passata (da molto), i pochi altri scienziati noti lo sono o
perché sono stati in politica o perché ospiti fissi di trasmissioni televisive.
Ma in questa veste la loro qualità di scienziati, che cosa li ha spinti a fare
quel lavoro, che successi intellettuali hanno ottenuto, non viene trasmessa. Il
loro ruolo in tali condizioni è quello di commentatori illustri, non di attori
protagonisti. E oggi, per le giovani generazioni, c’è bisogno di attori
protagonisti che possano veicolare il messaggio “scienza” nei modi e tempi
della comunicazione moderna.
In questo senso
Famelab rappresenta una grande novità nel panorama italiano, un punto di
partenza per costruire magari un nuovo e più efficace modo di unire
divulgazione ed educazione.
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