giovedì, marzo 07, 2013

Enhancing performace but.......

In un articolo pubblicato ieri sul Journal of Neuroscience, Teresa Iuculano e  R.C. Kadosh riportano un risultato molto interessante che riguarda l'uso di tecniche dedicate al migliramento della performace cognitiva. La tecnologia in questione, la Transcranial Electrical Stimulation, prevede che una corrente molto leggera venga applicata al cranio e influenzi quindi l'attività della corteccia sottostante. Non è una tecnologia nuova, ed è stata declinata in molti protocolli diversi. Alla base di questo approccio vi è l'idea che i neuroni colpiti dalla stimolazioni possa risentirne diventano più "pronti" a compiere il loro lavoro.
Fino ad ora molti studi hanno esplorato diversi lati di questa tecnologia, focalizzandosi su quale sia la migliore modalità di somministrazione e quali siano eventuali effetti collaterali fisici causati dalla stimolazione stessa. (per alimentare un po' il complottismo, la DARPA, l'agenzia di ricerca del Pentagono,  è pioniere nello sviluppo di questo tipo di applicazioni)



Iuculano e Kadosh hanno provato a vedere se oltre all'effetto di miglioramento della performance cognitiva ci fossero anche effetti collaterali non fisici ma su altre funzioni cognitive. Per fare questo hanno  sottoposto un gruppo di volontari ad un protocollo sperimentale che richiedeva di imparare una nuova serie di simboli numerici. In altre parole 10 simboli nuovi al posto di 1, 2, 3, ecc ecc. Una volta imparati poi i simboli venivano richiamati in un compito che richiedeva di usare i nuovi simboli appresi in maniera automatica (nel dettaglio, due dei nuovi simboli numerici comparivano sullo schermo di un computer avendo dimensioni diverse; il soggetto doveva rapidamente dire se il simbolo graficamente più grande era anche quello numericamente maggiore: per esempio 6 è effettivamente maggiore di 2 ma non viceversa)



La stimolazione è stata applicata a due aree della corteccia cerebrale che sono coinvolte nell'apprendimento (la corteccia parietale posteriore) e nell'automatismo (la corteccia prefrontale dorso-laterale).
Sorprendentemente, l'articolo riporta che la stimolazione indubbiamente migliorava il task cognitivo di riferimento, percui chi era stimolato nella corteccia parietale posteriore imparava la nuova serie di simboli numerici molto più in fretta, ma peggiorava nell'altro task, cioè nel uso automatico delle nuove nozioni apprese. I risultati erano speculari per i soggetti stimolati nella corteccia prefrontale.

In definitiva, questo è il primo articolo che evidenzia che l'uso di queste tecniche di miglioramento cognitivo può avere un costo  su altri compiti cognitivi e che quindi il loro uso andrà adattato al tipo di compito da svolgere.

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