venerdì, giugno 01, 2012

GeoEtica


            Essendo di Bologna, nei giorni scorsi ho ovviamente vissuto con una giusta preoccupazione l’evoluzione del nostro nuovo status di zona a rischio. Il tema terremoto ha invaso tutte le discussioni fatte con i colleghi nei giorni scorsi, e fra tutte le osservazioni fatte, mi piacerebbe condividerne due, che un po’ hanno a che fare con la divulgazione scientifica. Certo, non è certo necessario che io evidenzi ulteriormente il pessimo spettacolo offerto da alcune trasmissioni, molto seguite, sulla possibilità di prevedere i terremoti, ma proprio partendo da questo spunto, siamo giunti in una chiacchierata ad un’osservazione interessante:


             Partiamo dal principio (ma sarà breve). Io sono senza dubbio in grado di prevedere i terremoti. E non sono un ciarlatano. Ecco qui la mia previsione: “Nei prossimi 20 anni ci sarà sicuramente un terremoto di magnitudo > 7 nell’emisfero nord del pianeta”. Bella forza, vero? Ovvio che una previsione del genere non serve a nulla. Ma cosa succederebbe se la previsione fosse precisa? Ovvero, la macchina che prevede i terremoti mi comunica che il giorno X ci sarà un terremoto di grado Y nella zona Z (1000 Km2). Morti stimati, diciamo tra 10 e 20. Bene, adesso che cosa si fa? Si evacuano 500.000 persone? O 100.000? Va bene, supponiamo di poterle evacuare tutte, spendiamo quello che spendiamo ma nessuna vita umana viene persa. Ottimo! Lo stato ha fatto il suo dovere di proteggere i cittadini. Ora però la macchina che prevede il futuro mi invia un’altra previsione: nel week-end di Pasqua dell’anno in corso moriranno fra la 20 e le 40 persone sulle strade. La previsione ha la stessa accuratezza, se non maggiore (e per di più è reale). E adesso che si fa? Si chiudono tutte le strade? Si abolisce la Pasqua? Io onestamente non lo so. 

Però so che nel mio settore, medico-biologico, devo costantemente rispondere a problemi di natura etica, sia quando scrivo un articolo scientifico sia quando scrivo un grant. Questa grande attenzione all’etica non è certo sbagliata, anzi, ma viene giustificata dall’assunto che certe ricerche e certe metodiche di ricerca possono o potranno avere un forte impatto sulla nostra vita. Ebbene, oggi questa stessa attenzione ai problemi etici si sta diffondendo anche al mondo della geologia. Non sarebbe forse allora il caso di parlare anche da noi, magari alla Tv, di GeoEtica? E di educare il pubblico ad affrontare queste problematiche più che spaventarlo/illuderlo? Beh, questo è proprio il tipo di divulgazione che secondo me spetterebbe agli scienziati. 


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