Ieri sera ero
incollato a twitter per seguire l’andamento delle semifinali di Famelab. Tifavo
ovviamente per il nostro Riccardo Guidi che per un pelo non è riuscito ad
arrivare in finale. Dei tanti tweet della serata, uno in particolare mi ha
colpito, perché ha modificato un po’ un’idea sulla divulgazione su cui avevo riflettuto
forse non abbastanza, quella dell’efficacia dell’infotainment.
Il tweet è questo
dove viene
descritto il motto, diciamo così, della presentazione di Brendan Mullan, il concorrente della NASA.
Mi ha ricordato
un parere espresso da Frank Burnet, che esaltava questo tipo di frasi: qualcosa
di soprendente che possa restare impresso nella memoria dell’ascoltatore
proprio in virtù della sorpresa che genera (del tipo, “lo sapete che con la
superficie degli alveoli si può ricoprire un campo da calcio”). Io non sono mai
stato molto convinto di questa tecnica. Sicuramente può restare impresso, ma
ritenevo che fosse molto scarso il contenuto di tali espressioni e che quindi
fosse molto scarso se non assente l’insegnamento che da tali frasi l’ascoltatore
può guadagare.
Invece la frase
sulla birra e le stelle mi ha fatto un po’ cambiare idea. Contiene infatti
molta informazione. Non c’è solo l’aspetto nozionistico (gli atomi pesanti si
formano in minima quantità alla morte delle stelle più grandi), ma dice in
fondo che la materia è immortale, portando quindi l’ascoltare medio ad un
concetto di tempo e di cambiamento un po’ diverso da quello che il senso comune
ci suggerisce. E, secondo me, è' proprio la proprietà multi-piano che rende questa frase molto efficace.
In definitiva
quindi, forse questo tipo di infotainment non poi così male (ma anche tutt’altro
che facile da costruire).
Nessun commento:
Posta un commento