tag:blogger.com,1999:blog-63865193160457149072024-03-06T09:08:29.281+01:00DiscussoreDisquisendo di divulgazione scientificaAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.comBlogger22125tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-18265131473056734692013-10-29T19:20:00.003+01:002013-10-29T19:30:07.021+01:00Mind Uploading - alcune considerazioniRecentemente mi è stato di chiesto di commentare per un giornale la possibilità che il genere umano sviluppi la tecnologia del "Mind Uploading", cioè la possibilità di trasferire la propria coscienza e identità mentale all'interno di un software. Io ritengo ci siano limiti teorici difficilmente superabile che sono di ostacolo allo sviluppo di tale tecnologia, la cosiddetta (in gergo) "Singolarità tecnologica".<br />
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Il più importante è il fatto che una simulazione non produce direttamente effetti fisici. Per fare un agevole parallelo, simulare un'automobile in un computer non genera moto. Personalmente infatti ritengo che la struttura tridimensionale del cervello e i suoi costituenti materiali siano critici nel consentire il suo funzionamento.<br />
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/SF4ZNWbwxQ8?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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L'idea del mind uploading poi si base sulla possibilità di effettuare una scansione della struttura del nostro cervello così dettagliata da poterla simulare, o, in un caso a cui potrei dare più credito, ricostruire.<br />
Il problema che vedo in questo tipo di approccio, che poi è quello che sta cercando di fare lo Human Brain Project, è che la scansione, per quanto accurata, non è ancora sufficiente come set di informazioni per ricostruire il cervello. Sarebbe necessario anche conoscere la dinamica di funzionamento di ogni neurone e cellula di quel cervello. In altre parole, oltre all'anatomia sarebbe necessario conoscerne la fisiologia.<br />
<br />
L'approccio scan -> ricostruzione funzionerebbe solo nel caso fantascientifico di poter scannerizzare l'esatta posizione di tutti gli atomi di un cervello e ricostruirlo esattamente com'è. In questo caso avremmo effettivamente duplicato un cervello, ma, per le sue caratteristiche intrinseche non è detto che le due copie si comportino poi nello stesso modo dal momento della duplicazione.<br />
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-63758668844190919212013-10-02T12:12:00.000+02:002013-10-02T12:12:01.922+02:00Dottorato di Ricerca, cosigli e considerazioneConviene fare un dottorato di ricerca? E dove, in Italia o fuori?<br />
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La prima cosa da considerare è la motivazione che vi spinge a questa scelta. Considerate in primis il costo dell'alternativa: se lo fate perchè non c'è nient'altro da fare, secondo me sbagliate strada. Finirete per fare un dottorato mediocre, che non vi aiuterà poi nella ricerca di un lavoro. </div>
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Per affrontare un buon dottorato occorre infatti un certo di tipo di spirito, occorre che vi piaccia cercare domande interessanti e ancora di più trovare il modo per dare una risposta a queste domande. In poche parole, ci vuole attitudine alla ricerca, qualunque sia il settore nel quale vorreste dottorarvi. Durante il dottorato infatti scoprirete voi stessi attraverso la vostra indagine del mondo, ed è critico che solo il fatto di percorrere questo cammino vi dia soddisfazione. </div>
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Come compiere dunque questo cammino? Iniziare qui in Italia o andare via. Dato per scontato che, anche se vi dottorate in Italia, prima o poi all'estero per un po' dovrete andarci, ci sono ottimi laboratori/dipartimenti anche in Italia dove si può fare un buon percorso di dottorato (nota a margine: infatti i dottori di ricerca italiani non fanno fatica di solito a continuare la propria carriera all'estero).</div>
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/IIouQMNZbOM?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Prima di fare la vostra scelta, prestate attenzione ad alcune cose: 1) la tematica su cui lavorerete segnerà il vostro futuro cammino. cercate dunque di lavorare su qualcosa che vi entusiasmi; 2) la libertà di ricerca: cercate di lavorare in un gruppo di ricerca che vi consenta di avere ampia libertà d'azione (che all'inizio vuol dire libertà di sbagliare) e vi inserisca in un ambiente stimolante intellettualmente; 3) guardate che fine ha fatto chi si è dottorato prima di voi. Stanno ancora facendo i ricercatori (e dove?) oppure hanno aperto un negozio di scarpe?</div>
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Tenete inoltre bene a mente che la libertà di ricerca è un'arma a doppio taglio: serve a darvi la possibilità di sviluppare le vostre potenzialità, ed più la userete per questo e più migliorerete. </div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-48480017262740148102013-04-16T16:17:00.001+02:002013-04-16T16:17:14.873+02:00Marijuana e Quoziente Intellettivo<br />
Una recente articolo pubblicato su <a href="http://www.pnas.org/content/109/40/E2657.short" target="_blank">PNAS</a> da Madeline M. Meier et al. sembra fornire una solida prova sugli effetti deleteri che l'uso di cannabis durante l'adolescenza comporti sulle capacità cognitive. Lo studio è però contestato da <a href="http://www.pnas.org/content/early/2013/01/09/1215678110.abstract" target="_blank">Ole Rogeberg</a> che sostengono di spiegare come il risultato di un'inadeguate analisi statistica.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.pnas.org/content/109/40/E2657.short" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDC8Iz6_cylP2qsDr7lK5Jz-06w7qhTn6MUevrctiaPJ9xMFP8zoWo48_LPfaf-Z00vt_KFPiFiz9kUZcQK_VsTUSjBkCM7cUByeO-7_crqv1U4pmsonHQjH_OfjwCUUzK3Aa-7U8OTWe6/s320/cannabis.jpg" width="320" /></a></div>
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Per capire quanto a volte sia difficile elaborare esperimenti che possano dare una risposta chiara ad un problema complesso.<br />
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/Drc19aO6s8g?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-282920010095691032013-04-07T16:32:00.004+02:002013-04-07T16:32:49.914+02:00Cultura domenicaleLa domenica è il giorno in cui vengono pubblicati due significativi inserti culturali: la Lettura (Corriere) e il Domenicale (con Nova), su il Sole24Ore.<br />
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Vi segnalo qui un <a href="http://lettura.corriere.it/la-scrittrice-che-insegna-agli-scienziati-come-trasformare-le-formule-in-poesia/" target="_blank">bell'articolo</a> di Serena Danna (@serena_danna) sulla Lettura, l'inserto domenicale del Corriere della Sera. Si parla di Christ Meehan, che lavora oggi al Dipartimento di Biologia della Columbia University. La cosa interessante è che Christ non è una biologa, ma una scrittrice, e quello che fa è aiutare i poveri scienziati a rendere i loro scritti migliori. Dio solo sa se ne avevamo bisogno. E non solo per quanto riguarda gli scritti divulgativi, ma anche quelli tecnici.<br />
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Qualche anno fa ricordo di aver discusso di questo con la compagna di un collega americano. Mentre io e lui stavamo discettando di un articolo, lei, che era un'insegnante di inglese alle superiori, ci disse: "ma in che lingua state parlando?! Le vostre espressioni sono tremende!!" E infatti, sebbene l'inglese ben funzioni come lingua scientifica, non è certo in questo settore che mostra tutta la sua potenza comunicativa.<br />
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Personalmente vedo con grande favore questo tipo di collaborazione o contaminazione che dir si voglia, e, sebbene molti colleghi si considerano dei Russell, secondo me ci meriteremmo un po' d'aiuto da chi, meglio di noi, sa maneggiare le lettere.<br />
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/c7xWg1O2sHo?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Come sempre, lascio al video il compito di trasmettervi le mie incompetenti opinioni sull'argomento, incluso il ritorno della biomimetica come filosofia generale di ricerca (da Nova, sul sole24ore)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-5304162416013885072013-03-12T18:56:00.002+01:002013-03-12T18:56:51.744+01:00Ma quanto ci vuole per fare un poster!!Questo è un piccolo sfogo personale. Già fare ricerca in Italia è difficile, poi, quando per stampare un poster per andare ad un congresso ci metti una settimana, uno sfogo diventa lecito. Perchè una settimana? Perchè nella congiunta applicazione degli effetti della riforma Gelmini e della spendig review, non posso spendere 1 centesimo dei fondi (miseri) di ricerca se:<br />
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a) non ho prima controllato sul mercato elettronico che il servizio da me richiesto sia li disponibile ad un prezzo più basso (magari a Cosenza, mentre io lavoro a Bologna), e se lo trovo li sono obbligato a prenderlo (e ad andare a Cosenza a ritirarlo) Cos'è il mercato elettronico? E' una selva oscura di nomi di fornitori e di prodotti mal assemblati insieme e talmente lento a girare che consultarlo a mano sarebbe più veloce<br />
<br />
b) se non c'è, devo fare una sorta di gara d'appalto (per un poster che costa 35 €!!!!) con almeno 3 preventivi, che mi devo premurare di procurarmi.<br />
<br />
c) scelto il più economico, la segreteria deve emettere l'ordine d'acquisto e poi io posso andare alla copisteria che nel frattempo si è trasferita.<br />
<br />
d) saltate il congresso e state a casa<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<object width="320" height="266" class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="http://i.ytimg.com/vi/_v682rA4GW8/0.jpg"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/_v682rA4GW8?version=3&f=user_uploads&c=google-webdrive-0&app=youtube_gdata" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><param name="allowFullScreen" value="true" /><embed width="320" height="266" src="http://www.youtube.com/v/_v682rA4GW8?version=3&f=user_uploads&c=google-webdrive-0&app=youtube_gdata" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true"></embed></object></div>
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-43781468658377385042013-03-07T14:07:00.003+01:002013-03-07T14:07:37.964+01:00Enhancing performace but.......In un <a href="http://www.jneurosci.org/content/33/10/4482.short?rss=1" target="_blank">articolo</a> pubblicato ieri sul Journal of Neuroscience, Teresa Iuculano e R.C. Kadosh riportano un risultato molto interessante che riguarda l'uso di tecniche dedicate al migliramento della performace cognitiva. La tecnologia in questione, la <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Transcranial_direct-current_stimulation" target="_blank">Transcranial Electrical Stimulation</a>, prevede che una corrente molto leggera venga applicata al cranio e influenzi quindi l'attività della corteccia sottostante. Non è una tecnologia nuova, ed è stata declinata in molti protocolli diversi. Alla base di questo approccio vi è l'idea che i neuroni colpiti dalla stimolazioni possa risentirne diventano più "pronti" a compiere il loro lavoro.<br />
Fino ad ora molti studi hanno esplorato diversi lati di questa tecnologia, focalizzandosi su quale sia la migliore modalità di somministrazione e quali siano eventuali effetti collaterali fisici causati dalla stimolazione stessa. (per alimentare un po' il complottismo, la DARPA, l'agenzia di ricerca del Pentagono, è pioniere nello sviluppo di questo tipo di <a href="http://www.newscientist.com/article/mg21328501.600-zap-your-brain-into-the-zone-fast-track-to-pure-focus.html" target="_blank">applicazioni</a>)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/DRAhIHuqZKo?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
Iuculano e Kadosh hanno provato a vedere se oltre all'effetto di miglioramento della performance cognitiva ci fossero anche effetti collaterali non fisici ma su altre funzioni cognitive. Per fare questo hanno sottoposto un gruppo di volontari ad un protocollo sperimentale che richiedeva di imparare una nuova serie di simboli numerici. In altre parole 10 simboli nuovi al posto di 1, 2, 3, ecc ecc. Una volta imparati poi i simboli venivano richiamati in un compito che richiedeva di usare i nuovi simboli appresi in maniera automatica (nel dettaglio, due dei nuovi simboli numerici comparivano sullo schermo di un computer avendo dimensioni diverse; il soggetto doveva rapidamente dire se il simbolo graficamente più grande era anche quello numericamente maggiore: per esempio <span style="font-size: x-large;">6 </span>è effettivamente maggiore di <span style="font-size: xx-small;">2</span> ma non viceversa)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg47N5STZ8DPH9fEWyYkhPwu4evzDwd7syzz5i5U0LMgKLLUkh5vNNaeOm_ApHEAtsopx8avF07XYna7S3EG6SQsxFsJIkStfgRAGhyHqiKb7mg95EffF9asbZCYt0EwYLOAzL3ofW3GJ48/s1600/image004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg47N5STZ8DPH9fEWyYkhPwu4evzDwd7syzz5i5U0LMgKLLUkh5vNNaeOm_ApHEAtsopx8avF07XYna7S3EG6SQsxFsJIkStfgRAGhyHqiKb7mg95EffF9asbZCYt0EwYLOAzL3ofW3GJ48/s320/image004.jpg" width="281" /></a></div>
<br />
<br />
La stimolazione è stata applicata a due aree della corteccia cerebrale che sono coinvolte nell'apprendimento (la corteccia parietale posteriore) e nell'automatismo (la corteccia prefrontale dorso-laterale).<br />
Sorprendentemente, l'articolo riporta che la stimolazione indubbiamente migliorava il task cognitivo di riferimento, percui chi era stimolato nella corteccia parietale posteriore imparava la nuova serie di simboli numerici molto più in fretta, ma peggiorava nell'altro task, cioè nel uso automatico delle nuove nozioni apprese. I risultati erano speculari per i soggetti stimolati nella corteccia prefrontale.<br />
<br />
In definitiva, questo è il primo articolo che evidenzia che l'uso di queste tecniche di miglioramento cognitivo può avere un costo su altri compiti cognitivi e che quindi il loro uso andrà adattato al tipo di compito da svolgere.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-64830754514627329102013-03-04T17:57:00.001+01:002013-03-04T17:58:29.168+01:00Ratti e TelepatiaE' di pochi giorni fa la notizia dei cosidetti "Ratti Telepatici", che sta facendo rapidamente il giro del mondo. Il Tutto è inspirato da un articolo di Miguel A.L. Nicolelis su <a href="http://www.nature.com/srep/2013/130228/srep01319/full/srep01319.html" target="_blank">Scientific Report</a>. Solo poche frasi per spiegare la cosa:<br />
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/nL54QpVaAj8?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
a) i ratti non sono telepatici<br />
<br />
b) l'esperimento è supercool, ma non così come lo si può percepire a prima vista. Sinteticamente, ad un ratto (negli USA) è stato insegnato a scegliere fra due leve (dx e sx) per ricevere una ricompensa; ad un altro ratto (in Brasile), e stato insegnato a scegliere fra due identiche leve in risposta al'attivazione di un microelettrodo (molti in realtà) nel suo cervello. Poi il comando del microelettrodo del ratto brasiliano è stato dato al cervello del ratto americano. Cosa succede? Che il ratto brasiliano indovina la leva giusta da premere in risposta al comando del cervello del ratto USA nel 64% dei casi. Se avesse provato a caso avrebbe indovinato nel 50%. Non così eccezionale come sembrava prima, vero? La cosa migliora un po', se la comunicazione è bidirezionale.<br />
<br />
c) A cosa serve? Al momento a niente, ma è una ricerca istintivamente bella, e sviluppata in maniera diversa potrà portare a sviluppi interessante, ma ancora poco chiari. Nicolelis è finanziato molto dal Pentagono (la ormai famosa <a href="http://www.darpa.mil/" target="_blank">DARPA</a>), per cui non è detto che quello che ha pubblicato sia l'effettivo stato dell'arte e potrebbe esserci molto di più (evvai di Conspiracy Theory!!)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-61865033763115422892013-02-21T15:48:00.002+01:002013-02-21T15:48:34.709+01:00Ricercatori nella nebbiaE' stato bello trascorrere ieri e oggi sotto i <a href="http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/02/20/news/alma_mater_aperta_la_strada_del_ibernazione_umana-53035087/">riflettori dei media</a>, specialmente per vedere diffusa una ricerca che ho ideato e condotto negli ultimi due anni.<br />
Posso sottolineare la serietà, la professionalità e la simpatia di tutti i giornalisti con cui sono entrato in contatto in questi giorni. Parlando di un tema che ben si prestava a deragliare completamente su un sensazionalismo alla Voyager, non ho visto invece cose indegne, ben sapendo che per un giornalista una notizia è comunque una storia da vendere, percui va bene che venga esposta nel modo più seducente possibile.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/02/20/news/alma_mater_aperta_la_strada_del_ibernazione_umana-53035087/" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL9y1Q1TDh_hvmoOqEnBxoelKNbZl3E7J0fm57z4z08aR5GIxHE76jDNXi9-J2ZHqqpB7J8gEtCtgZan7sIZaJI3GqQI0CsPWOIKs2BgyN0jGpreKqnl3OBeKXmzqAyaa30prPChcbq9sS/s400/homepage+repubblica.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Quello che mi ha stupito (o forse no) un po' però e che la notizia, rimbalzando attraverso il web, ha piano piano perso gli autori. Io e i miei colleghi siamo piano piano diventati "dei fisiologi di Bologna" poi "dei ricercatori di Bologna" poi "dei ricercatori" poi "i ricercatori" ecc ecc.<br />
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E io mi chiedo, ma quando esce un nuovo film di (metto a caso) Spielberg, si legge forse sui giornali "Un regista americano ha fatto un film su questo e quello" invece del suo nome? Stesso cosa per i cantanti, i calciatori, gli attori, gli scrittori, perfino i cuochi (pardon, gli chef).<br />
E allora perchè, dopo aver lavorato 2 anni ad una ricerca, io devo diventare "i recercatori"? Un ricercatore vale l'altro? Siamo intercambiabili? La ricerca si è fatta da sola e io l'ho solo scritta?<br />
<br />
E pensare che secondo me è proprio la storia umana che c'è dietro ogni ricerca uno degli aspetti più belli della scienza: da dove è nata l'ispirazione, quali sono stati gli ostacoli, c'è stato un "Eureka moment"! E' anche questo che può ispirare le giovani generazioni ad amare la ricerca, identificarsi con un ricercatore nel processo che porta ad una scoperta.<br />
<br />
Detto, questo, finisco questa mia e lascio ad un video (il veicolo mediatico più personalizzante) queste stesse considerazioni, più alcune spiegazioni di cosa abbiamo in effetti fatto<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/PKgnIJW9Upc?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-11285684939620033052012-12-17T14:11:00.001+01:002012-12-17T14:11:12.670+01:00Scienziati e ChefsHo appena letto questo e non posso non segnalarlo!<br />
<br />
<a href="http://www.jmxpearson.com/why-dont-journalists-write-about-scientists-the-way-the-write-about-chefs/">Why dont journalists write about scientists the way they write about chefs</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9h0_pSHhjhYKl4gejtj9idhg9n_PDUBaJmOAqezA_36xpUY0rPZD6Bmxvb1H3EnhtkgWhn5JnCUsaZGxf9mRvceLQ-4v-lTQjIH_8sqRHkm5tlJvOQtR7QEFlnZrRNevifkhZAk9dJ0ye/s1600/AB11684V~Chefs-With-Wine-I-Posters.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9h0_pSHhjhYKl4gejtj9idhg9n_PDUBaJmOAqezA_36xpUY0rPZD6Bmxvb1H3EnhtkgWhn5JnCUsaZGxf9mRvceLQ-4v-lTQjIH_8sqRHkm5tlJvOQtR7QEFlnZrRNevifkhZAk9dJ0ye/s320/AB11684V~Chefs-With-Wine-I-Posters.jpg" width="255" /></a></div>
<br />
sempre per via di quella storia di come giornalisti e scienziati interagiscono e che andrebbe superata una buona volta.<br />
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<br />
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-7905394200736390882012-06-22T15:53:00.000+02:002012-06-22T15:53:14.883+02:00La Finale Famelab e l'Anti-sensocomune<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> La settimana
scorsa si è svolta la finale internazionale di Famelab. Tutti gli interventi
sono stati fantastici, e se volete un resoconto delle tematiche presentate dai
concorrenti, il nostro Riccardo Guidi ha scritto un eccellente report a
riguardo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQDZf_n7JQHlqJK-uXNKc9nBiOuIbRUhIK98wO60oAuhbdJTb-3z9bs3lkMGNKZH077j5oIiuzLg6qmXgYInh-r7iRF8aZQe-DG69AuqcCVJhjgutXAwxogHVzhBdUe6_xaho2oUXwP4Fi/s1600/Didac.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQDZf_n7JQHlqJK-uXNKc9nBiOuIbRUhIK98wO60oAuhbdJTb-3z9bs3lkMGNKZH077j5oIiuzLg6qmXgYInh-r7iRF8aZQe-DG69AuqcCVJhjgutXAwxogHVzhBdUe6_xaho2oUXwP4Fi/s320/Didac.JPG" width="212" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlMnpyOEbpVMN6vdDePzovRZ6sGEjnIQf4_CpqjX8jyS0t1f3HFrhU-pPk_IcxhjKvyeJIRQjih3VHRGrnX8-NFRgfVRVi69y9L7IfQahlk_dXmbR6GoFC5i6VHN-gPB8j3scPYlL5bcYq/s1600/Brendan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlMnpyOEbpVMN6vdDePzovRZ6sGEjnIQf4_CpqjX8jyS0t1f3HFrhU-pPk_IcxhjKvyeJIRQjih3VHRGrnX8-NFRgfVRVi69y9L7IfQahlk_dXmbR6GoFC5i6VHN-gPB8j3scPYlL5bcYq/s320/Brendan.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Qui, a parte fare
i dovuti complimenti ai vincitori, vorrei fare una considerazione su quanto
visto. Fra le tre presentazioni che mi sono infatti piaciute di piùm due
(quella di Brendan Mullan</span><span style="background-color: white;"> </span><span style="background-color: white;">e di Didac Carmona</span><span style="background-color: white;">) contenevano un fattore comune: la nozione
che hanno condiviso con il pubblico aveva intrinsecamente in se un messaggio anti-sensocomune.
Nello specifico, Brendan, con l’idea che siamo fatti di stella, ci diceva che
la materia è immortale e che non esiste il tempo a</span><span style="background-color: white;"> </span><span style="background-color: white;">livello atomico, mentre Didac (che ha poi vinto la finale) ci ha
spiegato perché la morte delle nostre cellule è necessaria a tenere in vita l’intero
organismo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Mi convinco
sempre di più che il tipo di divulgazione di cui il nostro paese ha bisogno
debba seguire la direzione di aggiornare il senso comune dei nostri connazionali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Il nostro
universo è in fondo ingabbiato in un sistema concettuale le cui basi sono
quelle che ci vengono fornite durante la scuola superiore. E questo significa
non solo che la nostra fisica è classica, ma anche per esempio che non abbiamo
basi di neuroscienze o di genetica. Ed è per questo che possiamo avere difficoltà a
capire cosa le nuove biotecnologie ci propongono, tendiamo a valutarle con schemi
che non sono più attuali. Una buona divulgazione in Italia dovrebbe quindi
partire da questa osservazione, e cercare di integrare quella conoscenza comune
creata dalla scuola, aggiornando i concetti che devono essere aggiornati. Ovviamente
la biologia appare come la disciplina dove più ampio è la distanza fra il
comune sapere e l’ultima frontiera, ma anche discipline “classiche”, come la
matematica o la fisica necessitano sicuramente di un aggiornamento concettuale.
Capisco che si possa vivere anche senza conoscere aspetti comunque intriganti
della meccanica quantistica, ma mi sembra che avere qualche base di statistica
non posa che giovare a tutti in un mondo come il nostro dove ogni decisione
viene presa sulla base di una statistica spesso ingiustificata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDN5x31mKo0SMhe7iIE1O3PPM32MrmICL-h6O3PdLAOtCyID9CUq6jY-9IYeP23ZH1_pVnpWMRwprjtMtX72PdMcWJI7ptEzh6GnfABkHFWp8JsmKU5kfObvbSn8mwWd617lCDRj-jk21X/s1600/Monika2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDN5x31mKo0SMhe7iIE1O3PPM32MrmICL-h6O3PdLAOtCyID9CUq6jY-9IYeP23ZH1_pVnpWMRwprjtMtX72PdMcWJI7ptEzh6GnfABkHFWp8JsmKU5kfObvbSn8mwWd617lCDRj-jk21X/s320/Monika2.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"> Concludo citando anche
l’altra mia presentazione preferita, quella di Monika Koperska, che, meritatamente ha
vinto il premio del pubblico. <o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-12507540341384503692012-06-14T17:17:00.000+02:002012-06-14T18:50:48.353+02:0010.000 soli morirono per la mia birra<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Ieri sera ero
incollato a twitter per seguire l’andamento delle semifinali di Famelab. Tifavo
ovviamente per il nostro Riccardo Guidi che per un pelo non è riuscito ad
arrivare in finale. Dei tanti tweet della serata, uno in particolare mi ha
colpito, perché ha modificato un po’ un’idea sulla divulgazione su cui avevo riflettuto
forse non abbastanza, quella dell’efficacia dell’infotainment.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Il tweet è questo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuki95IEuz3w4fnFgEUnXqFurW9ig20FBdl3Hx29TnOxdRhMtcV7XsynPNNDRYxCkazd-7l__D6nHrnS1I2x0eu89dNm7Xw3TRx9H3ZcKRoHoxyYX8FRpM8fcrPTn7O2Ec0ss37OaIQmN6/s1600/British+Council+(britishcouncil)+su+Twitter.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuki95IEuz3w4fnFgEUnXqFurW9ig20FBdl3Hx29TnOxdRhMtcV7XsynPNNDRYxCkazd-7l__D6nHrnS1I2x0eu89dNm7Xw3TRx9H3ZcKRoHoxyYX8FRpM8fcrPTn7O2Ec0ss37OaIQmN6/s400/British+Council+(britishcouncil)+su+Twitter.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">dove viene
descritto il motto, diciamo così, della presentazione di Brendan Mullan, il concorrente della NASA.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Mi ha ricordato
un parere espresso da Frank Burnet, che esaltava questo tipo di frasi: qualcosa
di soprendente che possa restare impresso nella memoria dell’ascoltatore
proprio in virtù della sorpresa che genera (del tipo, “lo sapete che con la
superficie degli alveoli si può ricoprire un campo da calcio”). Io non sono mai
stato molto convinto di questa tecnica. Sicuramente può restare impresso, ma
ritenevo che fosse molto scarso il contenuto di tali espressioni e che quindi
fosse molto scarso se non assente l’insegnamento che da tali frasi l’ascoltatore
può guadagare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Invece la frase
sulla birra e le stelle mi ha fatto un po’ cambiare idea. Contiene infatti
molta informazione. Non c’è solo l’aspetto nozionistico (gli atomi pesanti si
formano in minima quantità alla morte delle stelle più grandi), ma dice in
fondo che la materia è immortale, portando quindi l’ascoltare medio ad un
concetto di tempo e di cambiamento un po’ diverso da quello che il senso comune
ci suggerisce. E, secondo me, è' proprio la proprietà multi-piano che rende questa frase molto efficace.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"> In definitiva
quindi, forse questo tipo di infotainment non poi così male (ma anche tutt’altro
che facile da costruire).<o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-6205844937269661572012-06-01T14:25:00.003+02:002012-06-01T14:25:50.654+02:00GeoEtica<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Essendo di
Bologna, nei giorni scorsi ho ovviamente vissuto con una giusta preoccupazione
l’evoluzione del nostro nuovo status di zona a rischio. Il tema terremoto ha
invaso tutte le discussioni fatte con i colleghi nei giorni scorsi, e fra tutte
le osservazioni fatte, mi piacerebbe condividerne due, che un po’ hanno a che
fare con la divulgazione scientifica. Certo, non è certo necessario che io
evidenzi ulteriormente il pessimo spettacolo offerto da alcune trasmissioni, molto
seguite, sulla possibilità di prevedere i terremoti, ma proprio partendo da
questo spunto, siamo giunti in una chiacchierata ad un’osservazione
interessante:</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiukE5TjbQvNMEo0XRrenlgmuda0cXvna2kwtM9vRmlHYGNq512Kq0clA3IBwNLv0q5DTRZ6ivZepf_SRLMRa7BDuVctdI04bYYi2WJ_sWCRiG8vIuqLAzD0Fwru4xddZcXowBjhgWGfkoo/s1600/italy-earthquake.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiukE5TjbQvNMEo0XRrenlgmuda0cXvna2kwtM9vRmlHYGNq512Kq0clA3IBwNLv0q5DTRZ6ivZepf_SRLMRa7BDuVctdI04bYYi2WJ_sWCRiG8vIuqLAzD0Fwru4xddZcXowBjhgWGfkoo/s320/italy-earthquake.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"> Partiamo dal
principio (ma sarà breve). Io sono senza dubbio in grado di prevedere i
terremoti. E non sono un ciarlatano. Ecco qui la mia previsione: “Nei prossimi
20 anni ci sarà sicuramente un terremoto di magnitudo > 7 nell’emisfero nord
del pianeta”. Bella forza, vero? Ovvio che una previsione del genere non serve
a nulla. Ma cosa succederebbe se la previsione fosse precisa? Ovvero, la
macchina che prevede i </span>terremoti mi comunica che il giorno X ci sarà un
terremoto di grado Y nella zona Z (1000 Km<sup>2</sup>). Morti stimati, diciamo
tra 10 e 20. Bene, adesso che cosa si fa? Si evacuano 500.000 persone? O 100.000?
Va bene, supponiamo di poterle evacuare tutte, spendiamo quello che spendiamo
ma nessuna vita umana viene persa. Ottimo! Lo stato ha fatto il suo dovere di
proteggere i cittadini. Ora però la macchina che prevede il futuro mi invia un’altra
previsione: nel week-end di Pasqua dell’anno in corso moriranno fra la 20 e le
40 persone sulle strade. La previsione ha la stessa accuratezza, se non maggiore
(<a href="http://www.assicurazionionline24.it/articolo/1134/i-morti-del-weekend-di-pasqua-sono-aumentati-del-545-/">e per di più è reale</a>). E adesso che si fa? Si chiudono tutte le strade? Si abolisce
la Pasqua? Io onestamente non lo so. </div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Però so che nel mio settore,
medico-biologico, devo costantemente rispondere a problemi di natura etica, sia
quando scrivo un articolo scientifico sia quando scrivo un grant. Questa grande
attenzione all’etica non è certo sbagliata, anzi, ma viene giustificata dall’assunto
che certe ricerche e certe metodiche di ricerca possono o potranno avere un
forte impatto sulla nostra vita. <a href="http://meetingorganizer.copernicus.org/EGU2012/session/9265">Ebbene, oggi questa stessa attenzione ai problemi etici si sta diffondendo anche al mondo della geologia</a>. Non sarebbe
forse allora il caso di parlare anche da noi, magari alla Tv, di
GeoEtica? E di educare il pubblico ad affrontare queste problematiche più che spaventarlo/illuderlo? Beh, questo è proprio il tipo di divulgazione che secondo me spetterebbe agli scienziati. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-26936205393358011902012-05-22T12:26:00.001+02:002012-05-22T12:26:55.843+02:00Divulgare su Quora<br />
<div class="MsoNormal">
E veniamo al <a href="http://www.quora.com/Matteo-Cerri">mio</a>
social network preferito: Quora</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.quora.com/" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ7II6T5zXzVfAwLqZlwICRCRY6IqbH2vaTf-mxPgrTL6xW3pjx71KFwtLoZ3bz4nSCpvBFZ5q1HqZ0m27MwmquJQORCW-hecHTetwrebc2HzFINL07YLD4BXimnKC5Jrw1xCGkGjK2Skm/s1600/72415v4-max-250x250.png" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> </span>Quora è una social network in grande sviluppo (anche se poco conosciuto in Italia). Brevemente, Quora
è un sito di domande e risposte. Lo so, esiste già Yahoo! Answer, che non mi
piace per niente. Quora è tutto un altro livello, principalmente a causa del
livello dei suoi utenti. Vi incuriosisce sapere come è comandare una portaerei,
su Quora <a href="http://www.quora.com/What-is-it-like-to-be-the-commanding-officer-of-an-Aircraft-Carrier">ve lo dice un ex-comandante della marina degli Stati Uniti</a>; volete
sapere se la quotazione di Facebook in borse è stata fatta correttamente,
<a href="http://www.quora.com/Facebook-IPO/Did-Facebooks-stock-perform-according-to-expectations-on-its-first-day-of-trading">leggete qui e capirete</a>; volete sapere se è vera quella leggenda che vorrebbe
che la Pixar avrebbe accidentalmente cancellato Toy Story 2 dai suoi computer e
lo avrebbe recuperato solo grazie ad un back-up casalingo fatto da uno dei
programmatori? <a href="http://www.quora.com/Pixar-Animation-Studios/Did-Pixar-accidentally-delete-Toy-Story-2-during-production">Ve lo svela il direttore tecnico della Pixar in persona</a>. Dal
punto di vista scientifico Quora ha un buon gruppo di scienziati che vi
partecipano attivamente: non riuscite a dormire perché volete sapere <a href="http://www.quora.com/Neuroscience-1/What-is-the-longest-axon-in-the-world">qual’è l’assone più lungo che esiste in natura</a>? Ecco qui la risposta. Oppure siete curiosi
delle possibile controindicazioni all’uso dell’optogenetica nell’uomo? <a href="http://www.quora.com/Optogenetics/What-might-be-the-negative-effects-of-optogenetic-instrumentation-of-human-brains">Soddisfate la vostra curiosità</a>.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Nel complesso
quindi Quora è un’ottima fonte di informazione, divulgazione ed
intrattenimento, sostenuta, per ora, dalla qualità dei suoi membri. E' una piattaforma ottima di divulgazione perchè consente di inserire contenuti molto particolareggiati ma diretti ad un pubblico un po' più ampio. Ovviamente però, chi usa Quora fa probabilmente già parte di un gruppo di persone che sarebbe comunque interessata a ricevere materiali scientificamente divulgativi di default.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 18.0pt;">
<span lang="IT">Vantaggi<u1:p></u1:p> </span><o:p></o:p></div>
<ul type="disc">
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Materiale di qualità<u1:p></u1:p></span><o:p></o:p></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Accesso ad informazioni di
prima mano<u1:p></u1:p><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">pubblico recettivo</span><o:p></o:p></li>
</ul>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Svantaggi <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT" style="font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span lang="IT">Si accettano
contributi solo in inglese<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT" style="font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman';"> </span></span><span lang="IT">Accesso ad invito (richiedetemelo pure se vi
interessa)<span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<span lang="IT"><span lang="IT" style="font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman';"> Il pubblico a cui si rivolge è selezionato</span></span></span></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-53117026660900388342012-05-17T14:54:00.002+02:002012-05-17T14:54:28.932+02:00Divulgare in rete<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Come si fa
divulgazione in rete? Per prima cosa bisogna scegliere dove farla. E non è una
scelta banale. Vorrei qui proporre una piccola (e per forza di cose inesaustiva)
disanima dei possibili mezzi di divulgazione messi a disposizione da internet e
sul loro uso, in quella che è la mia esperienza.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"> Inizierò dall’ultimo
dei social media: Google+<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1zJFqyV_nFKl1XM_FeVURpG5VGl9CpiX9iJpolJDWCec2wh_ily3UY1mUl_Ilso4FYPY6ywoijwRuyDISwbaR1ZSuGuSqAZ03N-ctZpzKve7Pygv5TL4cZuVyCqEkX9qSpodMLAHLVHbo/s1600/GooglePlus-512-Red.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1zJFqyV_nFKl1XM_FeVURpG5VGl9CpiX9iJpolJDWCec2wh_ily3UY1mUl_Ilso4FYPY6ywoijwRuyDISwbaR1ZSuGuSqAZ03N-ctZpzKve7Pygv5TL4cZuVyCqEkX9qSpodMLAHLVHbo/s320/GooglePlus-512-Red.png" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Che viene
definito da molti un colossale fallimento, una città fantasma. Io ho apprezzato
molti prodotti Google, e quindi ho iniziato ad usare Google+ pochi giorni dopo
il suo debutto. E sono rimasto sorpreso per tutte le sue potenzialità (accresciute
nel corso del tempo). In primis la possibilità di seguire qualcuno
unilateralmente, come su twitter, senza necessariamente richiedere l’amicizia
biunivoca come su Facebook. Tutti quelli che seguiamo poi possono essere
organizzati in maniera veramente intuitiva in cerchie, il cui grado di
condivisione della nostra vita è facilissimamente settabile. Sempre come in
Twitter si possono inoltre usare gli hashtag, senza ovviamente limiti di
caratteri. Solo queste due opzioni lo renderebbero una piattaforma ideale per la
divulgazione. Ed infatti il mio stream su Google+ è ricchissimo di notizie e
opinioni scientifiche. Ci sono intere cerchie di scienziati condivise, sia
generali che tematiche. Se da un lato è forse fallito come social network puro,
alla Facebook, per molti scienziati ha rappresentato un’occasione per avere un
canale dedicato tramite cui diffondere le proprie osservazioni, news, eventi
ecc. In altre parole, Google+ potrebbe diventare un’alternativa al classico
blog. I propri post sono infatti sempre visibili sulla pagina del proprio profilo ma si
arricchiscono della componente social (hashtag, sharing e commenti). Inoltre non ci sono
limiti di followers (rispetto ai 5000 che consente Facebook, qui potreste avere
milioni di followers)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Non tutto è però
così rose e fiori. In primis tutta la scienza che si trova su Google+ è inglese
(In Italia incredibilmente ancora un problema). E poi gran parte dei post
scientifici sono condivisioni di notizie prese in altro loco (riviste, blog). Quest’ultima
cosa non sarebbe così malvagia, se non fosse che genera il problema di avere
un overflow di notizie nel proprio streaming. Se decidiamo di usare Google+
come strumento di informazione scientifica, occorre che spendiamo un po’ di
tempo per selezionare chi seguire, in modo da non trovarci seppelliti di
notizie che non riusciremmo nemmeno a leggere. In apparente contraddizione che l'ultima affermazione poi, un grande limite di
Google+ è lo scarso numero di utenti o il limitato uso che ne viene fatto. Questo sopratutto in ambito non-scientifico e più social. E’
possibile che questo cambi (Google+ sarà sempre più integrato nei servizi di
Google, compresi i telefonini Android), ma per ora il pubblico di riferimento generalista è
ancora limitato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Riassumendo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Vantaggi:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Relazioni asimmetriche fra gli utenti<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Uso di Hashtag<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Nessun limite di caratteri (e di followers)<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Facile impostazione della privacy<o:p></o:p></span></li>
</ul>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Svantaggi<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Divulgazioni solo in inglese<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Rischio di sindrome da “eccesso di
notizie” nello stream<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal"><span lang="IT">Pubblico generalista ancora limitato, si rischia una comunicazione "da scienziati per scienziati"<o:p></o:p></span></li>
</ul>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-54321277867057967632012-05-15T17:00:00.003+02:002012-05-15T17:00:50.613+02:00La metafora della guida alpina<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Riprendo ora la
discussione che si stava sviluppando <a href="http://discussore.blogspot.it/2012/05/la-scienza-e-lo-spettacolo-itis-galileo.html#comment-form">qui</a>, per elaborare l’interessante metafora
proposta da Massimiliano Trevisan, che pensa al divulgatore come ad una guida alpina,
che porta sulla montagna un gruppo di persone eterogeneo, e deve quindi mediare
le esigenze dell’alpinista esperto con quelle del principiante, in modo che
tutti possano godersi la giornata in montagna.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSRUGuyq7kWzALdKHkwi3gBXkCCDjcEzjuKZ4KL-24Pq8jjueQ6LTTFYXBgR-seyBz52xC-hTdKUKvrAKsY-4MpNmuhLmQ0EX8Dh0D7uh3TNT3mVJW9zRLMZK4QFARF1s-EVa-_Wf1ZV1t/s1600/Mountain-Climbing-Progress1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSRUGuyq7kWzALdKHkwi3gBXkCCDjcEzjuKZ4KL-24Pq8jjueQ6LTTFYXBgR-seyBz52xC-hTdKUKvrAKsY-4MpNmuhLmQ0EX8Dh0D7uh3TNT3mVJW9zRLMZK4QFARF1s-EVa-_Wf1ZV1t/s320/Mountain-Climbing-Progress1.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Questo approccio
è quello che oggi viene usato nell’aula universitaria: ci sono x studenti e
bisogna tarare le lezioni affinché il 90% di loro arrivi a fine corso
conoscendo quel minimo che è richiesto per proseguire gli studi. Quando questo
concetto viene rivelato a studenti un po’ più brillanti della media, questi si
stupiscono dicendo “Ah, ora capisco perché le lezioni erano così noiose”. L’approccio
alternativo, sempre in aula, è quello di tarare le lezioni sul primo 30% degli
studenti. Questi non si lamenteranno più delle lezioni noiose e raggiungeranno
una preparazione superiore, ma ovviamente il restante 70% si perderà ed avrà
difficoltà a proseguire gli studi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Non sono però
sicuro che il divulgatore debba sottostare agli stessi schemi che deve seguire
il docente, per il semplice fatto che possono esserci più divulgatori che
comunichino a livelli diversi. Capisco che, in un’ottica più giornalistica,
questo potrebbe tramutarsi in “minori ascolti”, potendo quindi non essere
compatibile con l’aspetto commerciale dei media. Ma, rispetto ai media, le
strutture che già si occupano di didattica, come le università, potrebbero
essere meno vincolate all'aspetto commerciale e progettare una rete di
divulgazione scientifica “multistrato”. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Mi sembra che l’informazione, soprattutto
in rete, si stia trasformando sempre più
da “generalista” a “tematica”, e che quindi, visti i minori costi editoriali, l’uso
di canali tematici con diversi target potrebbe offrire una soluzione al nostro
alpinista, libero di non dover più mediare le esigenze dei sui variegati
clienti.<o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-50317796836011912852012-05-14T16:10:00.002+02:002012-05-14T16:10:51.594+02:00...e cosa serve per fare il giornalista scientifico?Rimando ad un interessante <a href="http://silviabencivelli.it/2012/lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro">post</a> pubblicato <a href="http://silviabencivelli.it/2012/lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro">qui</a> da <a href="http://silviabencivelli.it/">Silvia Bencivelli</a> sulla basi necessarie per fare il giornalista scientifico.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://silviabencivelli.it/2012/lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro/" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNyx4xvGIT8pf3EhPD1Hz7ESZbn9TAmW0glT7MUO-wDynJR-e-yfO2lW8_9yVx91DOI3I4sPKf1w9eQ0qGMdi_MIExVcUSNcSy6bLeUYykx4loeToJ-7EasNbkapyUCyfpE2IG1lj74_RB/s400/Silvia+Bencivelli+%C2%AB+Lezione+di+giornalismo+scientifico+for+dummies+e+for+gente+che+di+mestiere+fa+altro+e+dovrebbe+continuare+a+far+altro2.png" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-1352550986052390462012-05-11T11:58:00.001+02:002012-05-11T12:07:29.041+02:00La scienza e lo spettacolo: ITIS Galileo, l'infinito e la divulgazione<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ho avuto
occasione di vedere lo spettacolo di Paolini, ITIS Galileo. Straordinario, come
molti hanno già scritto quasi ovunque. E infatti non è sulla qualità dello
spettacolo che voglio ragionare, ma su alcuni commenti apparsi subito dopo, del
genere: “Parlare di scienza in televisione ad un vasto pubblico si può” oppure “Non
è vero che la scienza annoia” e via dicendo. Intendiamoci, io
sono stato contentissimo di vedere Paolini, mi chiedo solo se questo sia “parlare
di scienza”, o meglio: è questa divulgazione scientifica?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYRl_F_2r5uSdy0FuMfvS_d5_u6g4KJoL6vs0epI2CE7zJRcTd5Nrbd932HG38hE-dfw9tSVEjLyN13A7rVcLZRZ8mcZXINiTZAT6yKy4NjYf_51IBnVnTgjU4iXh0gbqcd0kwYa83MTqv/s1600/marco-paolini-itis-galileo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYRl_F_2r5uSdy0FuMfvS_d5_u6g4KJoL6vs0epI2CE7zJRcTd5Nrbd932HG38hE-dfw9tSVEjLyN13A7rVcLZRZ8mcZXINiTZAT6yKy4NjYf_51IBnVnTgjU4iXh0gbqcd0kwYa83MTqv/s320/marco-paolini-itis-galileo.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"> Io non ne sono
sicuro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Possiamo per
esempio considerare divulgazione “A beautiful mind”, il film che narra la vita
del matematico John Nash? </span>Io penso che sia
leggitimissimo per chi lavora nel mondo dello spettacolo inspirarsi ad eventi scientifici,
anzi, lo ritengo auspicabile, vorrei solo valutare se questa debba essere la
direzione che gli scienziati devono prendere nel processo di divulgazione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf2yWS7zsMHaQUvGBX1FfOUHDC4itKNO6O0mPOP1UFbLkQ4uU8URn6OedZbA5VSIh1YAVYT1DSBq9XoEM6iTpUn-F0op5IMtfxzM5Ox2SSsDtN-BPqsmR-JrpXlDVgaahi-S35aWGMXNT6/s1600/a-beautiful-mind.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf2yWS7zsMHaQUvGBX1FfOUHDC4itKNO6O0mPOP1UFbLkQ4uU8URn6OedZbA5VSIh1YAVYT1DSBq9XoEM6iTpUn-F0op5IMtfxzM5Ox2SSsDtN-BPqsmR-JrpXlDVgaahi-S35aWGMXNT6/s320/a-beautiful-mind.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"> Vorrei fare un altro
esempio, proprio tratto da Famelab. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Il primo
classificato per voto del pubblico (nonché terzo dalla giuria tecnica), Lorenzo
Schmidt, ha, secondo me, sicuramente messo in scena la più bella
rappresentazione della serata. I suoi 3 minuti sull’infinito sono stati poetici
ed spettacolari; Lorenzo ha presentato un bel pezzo di drammaturgia, ma proprio
la drammaturgia è stato l’elemento principale che ha dato valore alla sua
performance e non l’aspetto divulgativo. Lorenzo ha aiutato il pubblico ha
visualizzare l’infinito, ha mostrato come questo concetto arrivi a sfuggire
alla nostra mente, ma ha realmente portato al pubblico conoscenze sull’infinito
che il pubblico non aveva prima?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/7gFEmoF06Qw?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Per carità,
affascinare il pubblico con un tema scientifico è meglio che farlo parlando di
calcio, ma non sono sicuro che sia questo ciò che gli scienziati devono fare
per essere divulgativi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Nessuna certezza però
per ora, ma solo uno spunto di riflessione.<o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-53282559331970249372012-05-10T12:55:00.003+02:002012-05-10T12:55:55.973+02:00Ma a chi dovrebbero parlare gli scienziati?<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto;">
<span style="text-align: justify;"> Domanda banale per una risposta difficile.
Per loro stessa natura, i ricercatori tendono a vedere la divulgazione
scientifica come <a href="http://discussore.blogspot.it/2012/05/come-si-divulga.html">Educational</a>. In fondo, è quello che un po’ fanno quando fanno
lezione; la divulgazione diventa allora un percorso simil-scolastico, nel quale
si porta lo spettatore ad affrontare un percorso culturale che dovrebbe
migliorare le sue basi culturali, dandogli gli strumenti intellettuali per
poter poi valutare in autonomia questioni più complesse.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto;">
<span style="text-align: justify;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN4yz1bWDXkElfOJdPxwmC0jt47bm_L1cDcXroinSNQhnCb5VA3XqW2nCq58-hPXI07kAiQM8HW-fAlhdoX22HH80KqOm9rVn9hq5vuSOLgYoBjqwOzWfrUlMU5tSlyemnYns31qB8EKKD/s1600/aulamagna01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN4yz1bWDXkElfOJdPxwmC0jt47bm_L1cDcXroinSNQhnCb5VA3XqW2nCq58-hPXI07kAiQM8HW-fAlhdoX22HH80KqOm9rVn9hq5vuSOLgYoBjqwOzWfrUlMU5tSlyemnYns31qB8EKKD/s320/aulamagna01.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto;">
<span style="text-align: justify;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Questo tipo di divulgazione però mal si
adatta alla rapida comunicazione moderna. A parte i tempi, che per una
comunicazione educational si assesterebbero su quelli di una conferenza, il
pubblico che è motivato a seguire una divulgazione educational è forse già motivato,
pronto, in qualche modo predisposto a seguire il divulgatore in un cammino più
complesso. Questo fa sorgere la domanda del titolo? A chi dobbiamo parlare, da
scienziati? Riteniamo di dover cercare un accesso al grande pubblico, o
vogliamo restare dentro i confini comunicativi che più ci si confanno? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Il futuro della comunicazione scientifica,
specialmente in un paese come il nostro, dipenderà in gran parte da che
risposta gli scienziati si daranno a tale interrogativo.<o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-42421816314926894542012-05-08T13:41:00.000+02:002012-05-08T13:41:14.034+02:00A che categoria di divulagazione appartiene Famelab?<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Così a prima
vista sembrerebbe ricadere nella categoria notiotainment: Interventi brevi, non
connessi fra di loro, trasmissione di nozioni o curiosità, ampio pubblico. Ora,
non è necessariamente una cosa negativa fare <a href="http://discussore.blogspot.it/2012/05/come-si-divulga.html">notiotainment</a>, anzi, rielaborando
concetti espressi a Perugia dallo stesso <a href="http://frankburnet.com/">Frank Burnet</a> (uno dei fondatori di
Famelab), Famelab vorrebbe essere la punta di un iceberg, che attiri una parte
di pubblico normalmente un po’ restia a seguire programmi di divulgazione
scientifica più tradizionali, verso approfondimenti da presentare poi in sede
diversa.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiFOL9BRCcdQavb9T3mT1mRyWJ1ss8bMQZjgW8npZFP6fNuB6uAFxvY8Mk-IuW5EOTx3fOtYo1A3j3FjLMCdbyf-B3wTmRkKaM_WZS_7mDL18jmAXLU-rBjNKdnAjNI75TtjTjYRKPL0gu/s1600/images+(3).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiFOL9BRCcdQavb9T3mT1mRyWJ1ss8bMQZjgW8npZFP6fNuB6uAFxvY8Mk-IuW5EOTx3fOtYo1A3j3FjLMCdbyf-B3wTmRkKaM_WZS_7mDL18jmAXLU-rBjNKdnAjNI75TtjTjYRKPL0gu/s1600/images+(3).jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Ad una più
profonda riflessione però famelab si rivela essere un po’ più sofisticato del
semplice notiotainment. In primis ovviamente l’argomento presentato in 3 minuti
dai concorrenti può anche non essere il semplice “lo sapevate che…?”, ma
potrebbe essere usato anche in una veste educational. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">E poi Famelab compie
il grande passo di personalizzare la scienza. Quello che oggi manca in Italia,
a mio modesto avviso, è il ruolo di esempio che gli scienziati dovrebbero dare.
Se un giovane decide di giocare a calcio per emulare Totti, o di diventare un
imprenditore per emulare Steve Jobs, qui da noi diventa difficile sentire dire
ad un giovane: “Farò lo scienzato per diventare come….”. Come chi? Tolti i
nostri sparuti premi Nobel che, pur con tutto il rispetto, appartengono ormai
ad una generazione passata (da molto), i pochi altri scienziati noti lo sono o
perché sono stati in politica o perché ospiti fissi di trasmissioni televisive.
Ma in questa veste la loro qualità di scienziati, che cosa li ha spinti a fare
quel lavoro, che successi intellettuali hanno ottenuto, non viene trasmessa. Il
loro ruolo in tali condizioni è quello di commentatori illustri, non di attori
protagonisti. E oggi, per le giovani generazioni, c’è bisogno di attori
protagonisti che possano veicolare il messaggio “scienza” nei modi e tempi
della comunicazione moderna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">In questo senso
Famelab rappresenta una grande novità nel panorama italiano, un punto di
partenza per costruire magari un nuovo e più efficace modo di unire
divulgazione ed educazione.<o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-60978310202086378952012-05-06T19:51:00.003+02:002012-05-06T19:51:48.179+02:00Come si divulga?<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ci sono diverse
modalità che vengono incluse dalla denominazione di divulgazione scientifica;
mi propongo qui di catalogarle e descriverle nelle loro essenzialità, per poter
poi individuare successivamente dove e come gli scienziati possono intervenire
nel processo di divulgazione e se questo abbia in fondo un senso.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT">1)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">Notiotainment. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT">Con questo neologismo intendo identificare tutte quelle forme di
divulgazione che permettono la diffusione di nozioni, del modello “Lo sapevate
che…” de La settimana enigmistica. Normalmente il notiotainment si rivolge ad
un pubblico molto ampio, presentando rapidamente una serie di nozioni su fatti
curiosi o peculiari che hanno lo scopo, nel migliore dei casi, di sorprendere
il lettore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Pregi</i>: il notiotainment può attirare l’attenzione di un ampio pubblico, non
richiede competenze pregresse e si può anche inserire in un contenitore non
propriamente scientifico (come all’interno di uno show). Se le nozioni sono
scelte con cura, potrebbe anche stimolare una porzione del pubblico ad
approfondire l’argomento.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Difetti</i>: Le nozioni presentate non sono di solito organizzate da un tema
comune, quindi si susseguono in ordine sparso. Per la loro stessa natura poi,
devono essere di facile comprensione e normalmente avere anche una “soluzione”
al problema che viene esposto: “E’ vero che …….”? Risposta “ Sì, perchè…” o
“No, perchè….”.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><i>Esempi:</i> Focus in edicola o <a href="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/page/Page-96d58f74-a6b5-46e4-bae0-4aa20e838b64.html?set=ContentSet-16158518-b629-4faa-8a63-6d9d88b50e48&type=V">Eva</a> su Rai2</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><i>Media:</i> tutti<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/n4IONBDpQjg?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT">2)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">Educational<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT">In questa categoria rientrano quelle modalità di divulgazione che si
prefiggono lo scopo di aumentare il livello culturale del pubblico, offrendo
spunti di riflessione su tematiche complesse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Pregi:</i> il livello culturale è di solito alto, le tematiche presentate
portano più a porsi domande che ad ottenere risposte. La divulgazione
Educational dovrebbe fornire allo spettatore gli strumenti concettuali per
confrontarsi con la tematica oggetto d’indagine per potere poi egli stesso
giungere ad una visione personalmente elaborata dell’argomento.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Difetti:</i> e’difficile rivolgerla ad un pubblico molto ampio. Mal si adatta a
tempi troppo brevi e richiede comunque attenzione da parte dello spettatore.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Esempi:</i> <a href="http://www.filosofia.rai.it/programmi/zettel/57/1/default.aspx">Zettel</a> su Rai Filosofia</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Media</i>: conferenza, ma, secondo me, anche documentari e libri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/LNqXclzr8ws?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT">3)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">Storytelling<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT">Questa è una categoria che identifica una forma di notiotainment più
elaborata. Normalmente si avvale di una storia affascinante (più o meno
storica), e ne narra le vicende cercando di tenere l’attenzione dello
spettatore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Pregi</i>: si adatta a tempi misti, sia brevi che lunghi e può sfruttare una
storia affascinante per attirare il pubblico (per es. il Titanic). Si
comunicano nozioni, ma se fatto bene, può anche trasmettere concetti più
elaborati.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Difetti:</i> E’ vincolato a raccontare eventi, che, per essere affascinanti, di
solito appartengono alla storia, avendo quindi difficoltà a raccontare gli
ultimi sviluppi scientifici.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Esempi:</i> Quark, <a href="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/page/Page-a91ff948-6bda-456c-9107-531545610f13.html?set=ContentSet-52bb65d0-5e0c-4115-954d-e60798989a9e&type=V">Ulisse</a></span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><i>Media:</i> TV, ma anche radio e libri<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/KLJWu6RVCCA?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT">4)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><span lang="IT" style="text-indent: -18pt;">News</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT">Questa modalità ha un approccio giornalistico, per cui il tema divulgato è
inspirato dalle news. Si propone di fornire informazioni su qualche aspetto
della scienza che ha conseguenze visibile sulla società.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><i>Pregi:</i> può permettersi di attingere alle scoperte o sviluppi più recenti.
Si può rivolgere ad un ampio pubblico.</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><i>Difetti:</i> di solito l’aspetto sociale è più importante di quello
scientifico. E’ a rischio di esporre vedute ideologizzate (tesi precostituita,
uso della scienza per dare autorevolezza alla propria visione).</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><i>Esempi:</i> <a href="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/page/Page-0160d1dc-af14-4de8-a522-7211f32390a2.html?set=ContentSet-592824bd-0f96-4e6e-8a78-e3d9b5e29d77&type=V">Cosmo</a> (Rai3).</span> </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><i>Media:</i> tutti<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/o64-l-cvY1A?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<span lang="IT"><br /></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-46211083038544977142012-05-06T19:32:00.001+02:002012-05-06T19:32:12.440+02:00Gli scienziati devono intervenire nel processo di divulgazione scientifica?<br />
<div class="MsoNormal">
Io credo di sì.
Per quattro motivi:</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT">a)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">La scienza richiede denaro pubblico (on
verità in quantità assai modeste rispetto a molte altre forme di spesa
pubblica), e quindi motivare l’uso di tale denaro a chi lo fornisce (il
pubblico) diventa importante. Diventa però importante sottolineare che non è
solo importante giustificare l’uso di denaro pubblico in termini di conquiste
tecnologiche (faccio questa ricerca per sviluppare questo farmaco), ma anche in
termini di pura conoscenza. Il concetto che la ricerca di base è alla base di
ogni ricerca applicata e che in spesso le applicazioni più straordinarie
nascono da scoperte inaspettate dovrebbe giustificare e sostenere l’uso di
risorse pubbliche a fini di ricerca.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT">b)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">Alcune scoperte scientifiche possono
cambiare la società e questa trasformazione può non essere indolore. Al fine di
aiutare il pubblico a comprendere la natura dei cambiamenti inspirati dalla
scienza, gli scienziati possono contribuire al processo di divulgazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT">c)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">Non si fa scienza o sviluppo senza persone
all’altezza di tale compito. E’ anche compito degli scienziati attrarre le
menti migliori ed educarle.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT">d)<span style="font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT">Il punto c richiede che le strutture
educative del paese siano all’altezza di tale compito. Gli scienziati più di
ogni altro devono contribuire a convincere gli amministratori di come
modificare l’attuale per migliorare il futuro.<o:p></o:p></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6386519316045714907.post-60063968220145213732012-05-06T19:30:00.000+02:002012-05-06T19:32:45.010+02:00La comunicazione scientifica: dalla parte degli scienziati<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"> Apro questo blog
in seguito all’istruttiva esperienza vissuta al Famelab 2012. Uno dei motivi
che mi spinse a partecipare è stato proprio quello di toccare con mano il mondo
della divulgazione. Inizio qui ora ad elaborare l’esperienza, proponendo un
blog di analisi dell’attività di divulgazione scientifica in Italia vista da
uno scienziato. Fornirò analisi generali, così come analisi di particolari
media divulgativi. Sono anche felicissimo di ricevere suggerimenti e commenti,
vorrei che quanto scrivo serva come canovaccio, apertissimo a miglioramenti da
parte di chi, in questo settore, ha qualcosa da dire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsJYvzOiOOoh91v2uQU0Z2GAADwZygmKXUW4jkSqa8BzUuw6syLplFtlZsQ4GfJE7ieUz-vWW8vG3Dfptk-gZkr0RYI45zJlyi9JNKOKShFEY7PE58Uz7YiA9m9dwzjt5wzp-YW31uBmN_/s1600/IMG_0934.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsJYvzOiOOoh91v2uQU0Z2GAADwZygmKXUW4jkSqa8BzUuw6syLplFtlZsQ4GfJE7ieUz-vWW8vG3Dfptk-gZkr0RYI45zJlyi9JNKOKShFEY7PE58Uz7YiA9m9dwzjt5wzp-YW31uBmN_/s320/IMG_0934.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/06074002818473655732noreply@blogger.com0